Alta Via 1 delle Dolomiti giorno 9 con i bambini dalla Malga Moschesin alla Forcella La Varet | Dolomitiebambini - Dolomiti & Bambini

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ALTA VIA 1 DELLE DOLOMITI
Giorno 9 – Le ultime fatiche
ITINERARIO
Giorno 9 – dalla Malga Moschesin alla Forcella La Varet
Dislivello: mt 1098 in salita; mt 1060 in discesa
Lunghezza del percorso: km 15,5
Tempo di percorrenza: 1 ora e 30 minuti per il Rifugio Sommariva al Pramperet; 2 ore per la Forcella Zita Sud; 2 ore per il Rifugio Pian de Fontana; 1 ora per la Forcella La Varet;
Sentiero: 543 – 514
Rifugi sul percorso: 2
Reperibilità acqua: nei rifugi e dopo la lunga discesa dal Rifugio Pian de Fontana verso la Forcella La Varet
RIFUGIO SOMMARIVA AL PRAMPERET
Dalla Malga Moschesin (mt 1800), dopo aver passato una bella notte tranquilla, ci svegliamo ben riposati.
Facciamo la nostra solita colazione, sistemiamo tutto quanto, e ripartiamo per una giornata che ci avrebbe fatto scoprire dei posti veramente incredibili.
Si resta sempre sul sentiero 543 e percorrendo un classico sentierino di montagna fin da subito in salita, si arrivare alla Forcella Moschesin (mt 1940), che si affaccia sulla aspra Val Pramper; da qui si comincia leggermente a scendere fino ad arrivare ad un bivio dove dei cartelli indicano quella che è la meta successiva, il Rifugio Sommariva al Pramperet da entrambe le parti; a sinistra si procederebbe facendo l’anello Moschesin, invece verso destra le indicazioni portano anche verso la Malga Pramper ma è proprio da questa parte che continua l’Alta Via 1, chiari simboli sia sul cartello che sui massi lo indicano.
Procedendo a tratti in mezzo a pini mughi, e dopo alcuni zig-zag, il sentiero devia verso destra correndo sotto la cima delle Balanzole, continuando con lievi saliscendi. L’ultimo tratto in salita porta a sbucare sull’ampio ripiano prativo del Pra de la Vedova per poi raggiungere senza ulteriore fatica il Rifugio Sommariva al Pramperet (mt 1857).
E qui ci fermiamo per una pausa. Purtroppo gli ultimi giorni, che prevedono delle lunghe attraversate non fanno combaciare la possibilità di fermarsi per un pranzo in rifugio, così la difficoltà diventa doppia perché ci si deve organizzare con la disponibilità dell’acqua sia per il pranzo che per la cena oltre ovviamente che per la colazione.
RIFUGIO PIAN DE FONTANA
Dal Rifugio Sommariva al Pramperet bisogna ripercorrere per un breve tratto il sentiero di andata, fino a trovare il bivio, dal quale bisogna tenere leggermente la sinistra imboccando il sentiero 514 e seguendo le indicazioni per Forcella del Piazedel – Van de Zita.
Si procede subito su erta salita, prima camminando in mezzo alla vegetazione per poi vederla sempre più diradare lasciando spazio alla roccia. Passando proprio sotto le pareti delle Balanzole ed aggirandole, si arriva alla Forcella dei Pezedei (mt 2097) dalla quale si apre un panorama a dir poco fantastico.
Adesso arriva un tratto veramente bello tosto, bisogna arrivare alle Forcelle Zita e ci sono ancora sui mt 400 di dislivello da fare; essendo il penultimo giorno di alta via si sentiranno tutti.
Si prosegue sempre in costante ed erta salita, tra detriti e zolle con roccette fino ad arrivare ad una zona pianeggiante, utile per riprendere fiato. Non eravamo mai stati da quelle parti, il percorso è faticoso, ma è veramente immenso, sembra di essere su un altro pianeta.
Assaporata la bellezza del luogo, si deve continuare a salire ancora, dal pianoro è ben visibile il sentiero da percorrere, che sale a zig-zag, prima un pendio su facile sentierino, per poi proseguire in cresta, su roccette gradinate, non difficili, ma dove bisogna comunque prestare molta attenzione.
Si arriva così alla Forcella Zita Nord (mt 2350); noi arriviamo che è ora di pranzo e visto che, proprio lì, troviamo un bel pianoro ne approfittiamo per fermarci prima di proseguire. E chi vorrebbe più venire via!
La salita non è finita perché c’è ancora un’altra forcella da conquistare; procedendo sempre in cresta, su stretto sentierino, dove bisogna continuare a prestare attenzione si arriva anche alla Forcella Zita Sud (mt 2450).
Dalla forcella adesso, seguendo sempre il sentiero 514, si comincia a scendere su sentiero ghiaioso, con fondo abbastanza scivoloso, dove si potranno vedere e sentire un sacco di marmotte, per poi continuare percorrendo il vallone Val de Zita de Fora, fino ad arrivare sotto le pareti de Le Preson.
Ad un certo punto ci si troverà difronte ad un cartello che segnala il tratto di sentiero successivo come EE cioè per Escursionisti Esperti, riportante la dicitura “Percorso Impegnativo – pendio ripido”. Non solo è strettissimo, ma veramente molto ma molto ripido durante il quale si trovano anche alcuni tratti con corda fissa.
Per ambiente severo, scendiamo per ripide balze erbose, avanzando lentamente guardando bene dove mettere i piedi fino ad arrivare al Rifugio Pian de Fontana (mt 1632).
Era tardo pomeriggio, e prima di continuare per cercare un posto per la tenda, una meritata pausa con un tagliere di buoni affettati e formaggi ci stava proprio bene.
Nelle immediate vicinanze infatti non sembrava esserci posto per passare la notte e avevamo bisogno anche di acqua.
FORCELLA LA VARET
Si prende il sentiero che parte vicino al rifugio, e restando sempre sul 514, si comincia a scendere con ripidi zig-zag in mezzo al bosco, fino a trovare, verso quota mt 1500 un bivio, dal quale bisogna tralasciare il sentiero 520 che scende per la Val dei Ross, e continuare sempre sul 514.
Al termine della discesa si attraverserà anche un ruscello, per noi indispensabile visto che avevamo bisogno di acqua, per poi ricominciare a salire sempre con continui tornanti, fino ad arrivare alla Forcella La Varet (mt 1704).
In caso di necessità, magari per un brutto temporale o altro, a breve distanza sorge la Casera La Varetta (mt 1709), che può offrire uno spartano riparo.
Una conca idilliaca, un posto perfetto dove mettere le tende per la notte, in lontananza si riesce a vedere il Rifugio Pian de Fontana, appena lasciato; di fronte appare stupenda la Schiara, intorno c’era una pace surreale, le ultime luci del giorno regalavano dei riflessi bellissimi, e noi lì ad assaporarci ogni attimo durante l’ultima notte in tenda di questa Alta Via.
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