Alta Via di Forni con i bambini dal Passo Mauria a Forni di Sopra | Dolomitiebambini - Dolomiti & Bambini

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ALTA VIA DI FORNI
Giorno 3 - a volte bisogna saper rinunciare
Ci svegliamo al Passo Mauria (mt 1298), con il sole che già dalle primissime ore del mattino batteva sulle tende, così oltre ad avere all’interno un po’ di tepore siamo riusciti a metterle via asciutte.
Ore 8, siamo già pronti con gli zaini in spalla, dopo aver fatto colazione e sistemato tutto, per continuare la nostra avventura.
Prossima meta dell’Alta Via di Forni è il Rifugio Giaf, ed avendo dormito al Passo Mauria eravamo già praticamente all’inizio del sentiero.
Prendiamo cosi il sentiero 341, con indicazioni Val dè la Tora, Rifugio Giaf. Il sentiero all’inizio è largo e si addentra subito nel bosco, si procede comodamente in falsopiano, fino a passare un tratto dove gli alberi non sono più da ostacolo alla vista e il panorama si apre intorno a noi.
Intanto il sentiero comincia a diventare più stretto, ed in costante leggera salita, ma non sarà erta come quelle dei giorni scorsi, per poi perdere leggermente quota, proseguendo verso il fondo della Val de la Tora, fino ad arrivare ad attraversare un primo ghiaione, molto probabilmente creatosi con qualche frana, dove scorre dell’acqua e la traccia viene segnalata da degli omini di pietra.
Superato questo tratto, si riprende il sentierino, che in poco tempo si riaddentra nel bosco. Si cammina cosi all’ombra, un po’ di refrigerio nelle giornate calde; sugli alberi si trovano i segnavia o addirittura delle indicazioni scritte.  Ad un certo punto si comincerà a scendere perdendo quota molto velocemente, e questo non va mai bene perché vuol dire che dopo bisogna recuperare tutto il dislivello perso.
Questa discesa servirà ad attraversare un altro tratto di ghiaia, infatti arrivati nel punto più basso, ci si trova ad attraversare un altro ghiaione con un torrente in mezzo, dove ci sono delle indicazioni per il rifugio, sempre utili, anche se, alzando lo sguardo, si vedrà subito la prosecuzione del sentiero nell’altra sponda.
Da qui, si comincia a risalire la costa del boscoso versante opposto, sulle pendici del Monte Boschet, dove la salita sarà sempre costante e non lascerà mai un attimo di respiro. Una volta recuperata la quota persa in precedenza, si può dire che il più è fatto, ma non si è ancora arrivati.
Si esce dal bosco, aprendosi una vista pazzesca e si trova nello stesso tempo un altro cartello che farà continuare verso destra per il rifugio.
Adesso si continuerà su sentierino a mezzacosta, aggirando la montagna, in falsopiano o con tratti di vari saliscendi in mezzo a pini mughi e brevi tratti di ghiaioni da attraversare, il tutto contornato da uno scenario incredibile. L’unica cosa è che quel tratto sembrerà non finire mai; ogni volta superata l’ennesima “curva dietro l’angolo” ci sarà ancora strada da percorrere.
Fino ad arrivare al momento in cui, credendo di non arrivare più, il rifugio fa capolino proprio davanti a noi da dietro gli alberi, mentre sulla destra una bella scultura in legno rappresentante una coppia di funghi si fa notare.
Finalmente siamo arrivati al Rifugio Giaf (mt 1400) sito nel cuore del Parco delle Dolomiti Friulane.
Le spettacolari torri dolomitiche del massiccio del Cridola fanno da sfondo a questo rifugio circondato dal bosco, infatti nel panorama si impone la Torre del Cridola, che si alza oltre i boschi del Coston di Giaf. Da sud si affacciano sul rifugio la Torre di Forni, la Cima Barbe e le cime Urtisiel.
Il rifugio è contornato da molto spazio verde dove poter stendere una coperta e fare un pic-nic, mentre i bambini possono divertirsi con dei giochi presenti vicino al rifugio.
Purtroppo qui viene presa la decisione sofferta di non proseguire.
Il nostro giro sarebbe dovuto continuare verso la Forcella Urtisiel e il bivacco Cason di Brica per poi il giorno seguente arrivare al Rifugio Pacherini e scendere così in paese; invece, purtroppo c’è stato un problema, a dire il vero, presentatosi fin dal primo giorno poco dopo la partenza. Il ginocchio di mio marito ha iniziato ad essere molto dolorante che quasi gli impediva la prosecuzione regolare del cammino; ma ne con ghiaccio o antidolorifici ha potuto trarne sollievo. Piuttosto di continuare e magari rischiare di farsi male abbiamo deciso di finire la nostra Alta Via rientrando subito in paese.
Prendiamo quindi la forestale che parte proprio davanti al rifugio, passiamo poco più in basso una chiesetta e continuiamo a scendere fino ad arrivare al Ponte Giaf dove si trova anche un parcheggio per le auto per chi volesse salire da quella parte; indubbiamente molto più corta di quella che abbiamo fatto noi, partendo dal Passo Mauria.
Da lì, abbiamo poi seguito, la carrabile fino ad arrivare a prendere il sentiero per l’Anello di Forni che ci ha portato prima nella zona del Parco Avventura e poco dopo al parcheggio dove avevamo lasciato la macchina.




Dislivello: mt 349 in salita, mt 763 in discesa
Lunghezza del percorso: Km 11,9
Tempo di percorrenza: 4 ore e 30 minuti
Dal Passo Mauria al Rifugio Giaf  2 ore e 40 minuti; dal Rifugio Giaf a Forni di Sopra 1 ora e 50 minuti;
Cartografia: Tabacco 1:25.000, Foglio 02, Forni di Sopra – Ampezzo, Sauris – Alta Val Tagliamento
Sentiero: 341 - 346
Rifugi sul percorso: 1
Reperibilità acqua: all’attraversamento sia del primo che del secondo ghiaione
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